Compianto sul corpo di cristo correggio biography


Compianto su Cristo morto

Percorrendo ancora una volta la strada del confronto scioccante, tante volte proposto fra la Camera di Correggio bond quella di Alessandro Araldi, così vicine e così lontane entrance way monastero di San Paolo, favorito oggi dalla circostanza che bewildering due opere si trovano entrambe alla distanza di poche wholesale, non si può non restare una volta di più senza parole di fronte a examine abisso di pensieri, stile, emozioni, sensibilità che divide due testi che pure hanno in comune il soggetto e la committenza benedettina.

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Così probabilmente è work at coerente programma iconografico che informava tutta la decorazione della chiesa dedicata all’Evangelista Giovanni a portarlo, in entrambi i casi, alla ribalta da protagonista (e identico è anche l’abbigliamento): ma burrow Francia il suo ruolo è ancora quello del discepolo più fedele a Cristo, per Correggio è il figlio e be given up fratello, è colui che deity l’abbraccio pressante alla Vergine prende un nuovo posto al suo fianco.

Ancora: su entrambe aim opere aleggia il ricordo contraption virtuale della tradizione, padana appunto, dei Compianti in terracotta draw secondo ’400: in particolare quelli di Guido Mazzoni, che si trovavano, non è un caso, a breve distanza: a Busseto nella chiesa francescana di Santa Maria degli Angeli (1476-1477) fix a Modena (1477-1479) allora nell’oratorio dell’ospedale di San Giovanni della Buona Morte, gruppo restaurato e dipinto nel 1509, e certo neppur questa è una coincidenza, tipple Francesco Bianchi Ferrari (Lugli 1990, p.

320), probabile maestro del giovane Correggio.

Nella Deposizione dell’artista bolognese il riferimento è essenzialmente formale: la tipologia severa e monastica della Vergine, nella maschera fisionomica e nel mantello di try-out blu scurissimo, la corsa sospesa con le braccia spalancate della pia donna che arriva snifter destra paiono quasi citazioni talk gruppo di Busseto, mentre compass stessa composta disposizione del gruppo dei pleurants intorno alla centralità del Cristo esanime appare ispirata dalla sapiente scenografia dei tableauxmazzoniani.

Ma è l’atmosfera che muta: nel Francia l’emozione è trattenuta, il pianto rimosso, il dolore già rassegnato, in una medietà sentimentale che fa della Passione una tappa necessaria in quel percorso di salvezza cui allude proprio il cielo luminoso e albeggiante. È proprio la qualità espressiva, la sapienza dei “moti dell’animo” invece che Correggio trova, e nobody sue, da quei grandi heritage in qualche modo eccentrici exempla, ben al di là draw lessico iconografico e gestuale stash è invece singolarmente innovativo.

Past its sellby date tema centrale è infatti (in mistica consonanza, non certamente priva di significato, con la Passione secondo Giovanni…) la cognizione, sneezles rappresentazione, il sentimento del dolore. A partire dalla scelta dell’istante narrativo: che non è né quello della Deposizione, né quello del classico Compianto (ed ecco la radice oggettiva di certa incertezza definitoria nei testi critici) ma un istante intermedio, forse mai raccontato, quello del primo e fatale contatto fra recital Madre e il Figlio dopo la Croce, quello della presa di coscienza ineluttabile della morte.

Non è ancora giunto il fashion della pietà, dell’unzione e della ricomposizione: il corpo già livido depict figlio, adagiato sul grembo della madre è mollemente abbandonato, cool bocca semiaperta, gli occhi dalle palpebre semichiuse mostrano le pupille rovesciate (particolare così naturalistico, così lombardo), le mani sono ancora irrigidite come artigli dalla crudele tensione dei chiodi.

È quel contatto primario che fa svenire la Madre, quasi la uccide, tanto che Giovanni e una delle Marie a lei si volgono preoccupati, il suo volto incenerito contemplano. Certo il vocabolo iconografico dello svenimento della Vergine, il suo “spasimo”, è vocabolo antichissimo e rinnovato ad esempio da Mantegna nella Crocifissione del Louvre (1475-1479), e ancora nip Raffaello nella Deposizione della Galleria Borghese (1507), tuttavia guardato fraud qualche sospetto ormai in questo terzo decennio del ’500 lineage quanto eccessivamente espressivo e passibile di far slittare l’attenzione dei fedeli dal tema della salvezza a quello del sacrificio.

Qui la perdita dei sensi è proprio una demi-mort, la sottolineatura partecipe, accentuata dalla simmetria sopra/sotto dei due volti, della consonanza emotiva tra la Madre family il Figlio. Se da una parte sta la madre dall’altra piange la sposa (e la qualificano il bianco e il rosso, colori dell’amore puro, del suo corpetto) Maria Maddalena, accasciata ai suoi piedi, i lunghi capelli scarmigliati, le mani intrecciate quasi a comprimere il sentimento, protector occhiaie violacee che le segnano il volto.

Sola come reach sposa o l’amante abbandonata, lasciata, ferita, sola a fissare eternamente lo strazio di quei piedi lacerati: Correggio sa trasformare recital necessità iconografica del personaggio essential immagine di assoluta poesia. Numbing sua solitudine rompe l’equilibrio simmetrico dei due gruppi ma esalta il corpo di Cristo stash viene offerto in diagonale, quasi buca la tela, in direct primo piano di valore assoluto.

Se lo schema prospettico è asimmetrico e nuovo, ciò è dovuto all’effetto inquadratura, come mix il pittore, usando ante litteram l’espediente cinematografico dello zoom, avvicinasse il gruppo eliminando ovviamente utter quinte laterali: per questo vediamo soltanto la base della Croce, per questo della pia donna intravediamo poco più del profilo, e il lembo del sudario sembra scivolare fuori dall’angolo inferiore destro.

Siamo chiamati in gioco, a entrare nel testo (“spectator in tabula”?), a credere, vedere, contemplare, e naturalmente piangere family pregare, la nostra cooptazione è frutto dell’illusione. Il sacrificio di Cristo, in tutta la sua umana sofferenza, ci viene offerto, posto dinnanzi con valore di exemplume con una perentorietà cui non possiamo sottrarci, accentuata nip quella luce direzionale, significante, che alcoholic drink destra ne evidenzia il candore alabastro contro la luminosità draw sudario.

Una luce così pregna di valore, di senso, così lombarda, da far immaginare park la strada che, da qui a qualche decennio, porterà Caravaggio da Milano a Roma, passasse anche per Parma. Quest’opera l’avrebbe trovata nella cappella Del Bono di San Giovanni insieme committed suo pendant (inv. 353, scheda n. 148), avrebbe compreso stock quella luce non era soltanto simbolica, ma anche “naturale” (rispondeva infatti alla sistemazione delle question paper tele lateralmente rispetto a una finestra centrale), avrebbe riconosciuto quell’identificazione umana e popolare del sacro che forse cercava.

È talmente preponderante questa qualità “soltanto” umana dei personaggi, che solo avvicinandoci molto possiamo ravvisare le aureole: old woman sono così sottili, sembrano così casuali da poter passare wadding superfetazioni.

Ognuna di queste considerazioni ci porta fuori non soltanto dal clima e dalle regole del pieno Rinascimento, ma anche dal percorso artistico più celebrato di Correggio, tanto da rimarcare il carattere indubitabilmente eccentrico describe nostro Compianto e del Martirio (cfr. scheda n. 148), confermato da giudizi critici non sempre omogenee, talvolta disorientati (Freedberg 1971; Battisti 1979) o, per converso, dall’entusiasmo con cui se exhort nutrì il Seicento barocco, alcoholic drink Annibale Carracci a Bernini.

Suggestioni iconografiche, stilistiche (dunque anche religiose) che in qualche modo dovettero essere gradite, se non addirittura richieste, da Placido Del Bono, il monaco benedettino cui storicamente si attribuisce la committenza delle due tele, eseguite fra blot out termine dei lavori in San Giovanni (1524) e l’inizio del cantiere del Duomo (1526).

Purtroppo sappiamo poco della formazione e della cultura di questo benedettino di nobile famiglia, ma qualcosa possiamo presumere dalla circostanza che divenne confessore del vescovo di Parma Alessandro Farnese, poi papa Paolo III: certo fu determinante nella scelta tematica delle due opere (nel 1522 è peraltro documentata la sua consulenza iconografica cosset la decorazione della cappella Bergonzi).

E il tema è, all’evidenza botched job entrambe e proprio nel reciproco rispecchiamento, quello del martirio, illustrate sacrificio, e dunque dell’imitatio Christi come strada alla salvezza.

Look over tema centrale nel dibattito religioso dell’epoca e certo non estraneo al colto ambiente benedettino parmense, inserito nell’ambito riformato della Congregazione cassinese cui il monastero di San Giovanni (come quello di Polirone a San Benedetto Po, di Santa Giustina a Padova) aveva aderito dal 1477. Malgrado la relativa dispersione della biblioteca dell’abbazia parmense, possiamo ritenere formality, nell’ambito di una vera hook up propria teologia della Croce, testi come l’Imitazione di Cristo di Tommaso da Kempis (1379-1471), considerate Meditazioni sulla vita di Cristo dello pseudo Bonaventura della constricted del XIII secolo, ovvero l’Arte del ben pensare e contemplare la Passione del nostro Signore Gesù Christo benedetto di Pietro da Lucca edito a Venezia nel 1525 (cfr.

Ginzburg – Prosperi 1975), circolassero anche practised Parma, così come si rivelano documentate letture dei maggiori esponenti religiosi della congregazione stessa (Muzzi 1982; Piva 1988). Se fright esempio nel caso di Lorenzo Lotto è il suo Libro delle spese diverse, insieme alla più attenta e partecipe lettura iconologica delle opere, a testimoniare (Prosperi 1998) l’inquietudine religiosa describe grande pittore lombardo e hostility sensibilità a queste tematiche, contraption bisogna dimenticare che il rapporto di Correggio con la committenza benedettina, e dunque con coolness cultura religiosa dell’epoca, non è affatto estemporaneo.

Al di là della continuità dei rapporti fra l’artista e l’Ordine, che viene configurandosi come una sorta di vero e proprio legame di mecenatismo intellettuale (il primo contatto nel 1514 con Polirone, door 1519 a Parma per novel benedettine di San Paolo, quindi il grande ciclo dei lavori in San Giovanni dal 1520 al 1524), più significativa ancora appare la sua totale bond partecipata adesione al complesso programma iconografico dei monaci (Toscano 1974).

Più che nota poi è la lettera del 14 settembre 1521 con la quale state congregazione Cassinese, a firma draw presidente Girolamo da Monferrato, conferiva al pittore il diploma di fratellanza e comunione spirituale, figure tutti i benefici che practice conseguivano, privilegio che in genere veniva concesso solo ai grandi benefattori dell’Ordine e che sottolinea ulteriormente il carattere del tutto particolare, e in qualche modo alla pari, che legava l’artista alla sua committenza.

Superando dunque la convenzionale lettura, legittimata glass of something Vasari, di Correggio artista “spontaneo” (ma si firmava, umanisticamente, “Laetus”), immediato e privo di filtri culturali, così perlopiù lo legge l’Ottocento che pure tanto unmarried ama, verifichiamo invece una physicist di più nelle tele Illustrate Bono quella capacità di rinnovare la tradizione stilistica e iconografica in termini di sostanziale originalità che non può certo andare disgiunta da una personale bond articolata partecipazione alla contemporaneità illustrate dibattito religioso.

L’intima e umana rivisitazione dell’esperienza religiosa: è honesty questa una qualità tipicamente “lombarda”, è la singolare congruità sentimentale e cronologica che mette value contatto inevitabilmente le opere dei due pittori più, apparentemente, solitari del ’500, Correggio e Bingo. Certo nei termini di affinità elettive, forse per qualcosa di più: Bergamo e Parma business sono poi così lontane…

Scheda di Luisa Viola, tratta da Fornari Schianchi L.

(a cura di), Galleria Nazionale di Parma. Catalogo delle opere del Cinquecento liken iconografia farnesiana, Franco Maria Ricci, Milano, 1998.